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FAMIGLIA E CONFLITTI IN TEMPO DI QUARANTENA

La delicata situazione che stiamo vivendo ci porta a fare i conti con cambiamenti che influiscono sui nostri stili di vita e che ci chiedono di trovare un nuovo equilibrio familiare all’interno delle mura domestiche. All’improvviso ci siamo trovati a condividere h24 gli spazi di casa, le nostre attività (lavoro, studio, gioco…) e le nostre personali routine, passando molto più tempo assieme ai componenti della famiglia. Questa intensa convivenza, talvolta carica di incertezze e paure del momento, può portare con sé un naturale aumento di divergenze e litigi tra i membri della famiglia: tra genitori e figli, tra fratelli o tra partner.

Proviamo un attimo a pensare al conflitto non solo come una minaccia da evitare ad ogni costo ma come un’occasione di apprendimento su noi stessi e sugli altri, nel momento in cui viene gestito in modo efficace e funzionale.

Da qui l’importanza di “educare al conflitto” fin da piccoli, educando alla fatica che comporta la divergenza con l’altro e riscoprendone risorse e potenzialità, come ci suggerisce Daniele Novara, noto pedagogista ed esperto del tema.

Nel percorso di crescita del bambino il conflitto è un momento chiave nel processo di individuazione e differenziazione dall’adulto, fondamentale per una sana costruzione dell’identità e per la conquista dell’autonomia; il conflitto, poi, è un valido strumento di autoregolazione perché la persona – bambino o adulto che sia – deve far i conti con esigenze e pensieri diversi dai propri e regolare il proprio comportamento per poter stare nella relazione. I conflitti possono aiutarci a conoscere meglio noi stessi, perché nella difficoltà si scoprono limiti e punti di forza nascosti, fragilità e capacità personali.

Le modalità di far fronte al conflitto possono essere molto diverse da persona a persona, in base al carattere della stessa, alla sua maturità, alle circostanze o alle esperienze passate. Tuttavia, è possibile mettere in atto alcuni accorgimenti per allenare le competenze relazionali ed imparare a gestire al meglio questi momenti di disaccordo e contrasto:

  • Fare dei respiri profondi quando sento che la rabbia prende spazio dentro di me, prendendosi i il tempo per calmarsi e trovare quella giusta distanza che mi permette di leggere la situazione con maggior lucidità.
  • Sospendere il giudizio sulla persona, evitando di cercare il colpevole ad ogni costo ma focalizzandosi nel comprendere i bisogni, le motivazioni, i tasti dolenti e le aspettative delle persone coinvolte nel conflitto.
  • Utilizzare una comunicazione rappresentativa: “Io sento…quando…Mi piacerebbe se…”, ad esempio: “Mi sento sminuita quando mi contraddici davanti ai bambini. Mi piacerebbe che ne parlassi con me prima, se non siamo d’accordo su qualcosa”. Evitare generalizzazioni nocive (es: “Fai sempre così!”, “Non mi ascolti mai”), riferendosi ad un comportamento, a ciò che fa o dice l’altro, non offendendo la persona in sé.
  • Allenare il cosiddetto “ascolto empatico”, autentico, dando all’altro la possibilità di esprimere le sue emozioni e il suo pensiero.
  • Esprimere in modo chiaro e diretto, nel rispetto di se stessi e dell’altro, ciò che mi ha turbato, infastidito o ferito, ricordandosi che le parole hanno un peso.
  • Cercare insieme all’altro una soluzione “IO VINCO-TU VINCI”, un compromesso che lasci soddisfatti entrambi, che rispetti i bisogni di ciascuno.
  • Se i conflitti riguardano i fratelli, meglio evitare di intervenire subito, fermando il litigio. E’ preferibile lascare il tempo affinché cerchino una loro strategia di gestione e, in caso di bisogno, aiutarli a mettere in atto i suggerimenti precedenti, in veste di mediatori e non di giudici. Può essere utile individuare un posto della casa dove affrontare l’incomprensione, ascoltarsi e parlare.

Imparare a gestire bene i conflitti richiede un lavoro interiore e un esercizio costante, ma “litigare bene” è possibile ed è fondamentale per evitare di fuggire le naturali situazioni conflittuali della vita, imparando a coglierne gli aspetti generativi e le potenzialità per la nostra persona e per i rapporti che viviamo quotidianamente.

Buon tempo di crescita a tutti!

Silvia Visonà – Educatore professionale socio-pedagogico

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