A cura di Marta Bevilacqua – psicologa e psicoterapeuta
L’isolamento e la didattica a distanza stanno avendo un impatto significativo sulla vita degli adolescenti. Il tempo trascorso a scuola e il contatto con i compagni di classe, infatti, rappresenta una delle esperienze che definisce un adolescente dal punto di vista dell’identità sociale.
La didattica a distanza ha tolto il legame con il luogo fisico della classe, ha appiattito i rapporti con compagni e insegnanti ponendo l’accento sulle nozioni e sul programma invece che sulle relazioni. Tutto questo porta i ragazzi a sentirsi più soli.
Sappiamo benissimo che le relazioni online sono molto diverse da quelle faccia a faccia e questo, alla lunga, può creare un senso di disorientamentoe di disagio oltre che far sentire i ragazzi sempre più soli.
Anche la loro efficacia è inferiore, perché non si riesce a creare una relazione tra docente e studente che passi attraverso la comunicazione non verbale e lo stesso vale per la classe, non si riesce a creare con la classe una relazione che supporti l’attività didattica. Per non parlare della difficoltà a focalizzare l’attenzione e a mantenerla nel tempo.
Vediamo però come possiamo, con pochi accorgimenti, aiutare i nostri figli a vivere al meglio questo periodo.
- La Dad è il lavoro dei nostri ragazzi, rispettiamo quindi le frustrazioni che provano per la mancata connessione, la tensione per i compiti da consegnare, i loro sfoghi. Il suggerimento è dialogare sempre, farsi sentire vicini rispetto i loro stati d’animo, accogliendoli, senza sminuirli
- Rispettiamo i ruoli. Durante le lezioni i protagonisti sono i nostri figli. È importante che sappiano che se hanno bisogno noi ci siamo ma la lezione non si deve trasformare in un incontro a 3. Quindi lasciamo loro autonomia, mettendoci da parte ma sempre pronti ad accogliere le loro richieste. Stimoliamoli invece a tenere aperto il canale di dialogo con l’insegnante.
- Non giudichiamo. Con la DAD i ragazzi non hanno più la privacy di cui godevano prima. Importante non giudicare i loro interventi durante le lezioni, non commentare le loro esposizioni, altrimenti si chiuderanno in loro. Altrettanto importante non giudicare l’operato degli insegnanti, anche se non condividiamo alcuni aspetti.
- Concludere la giornata in modo positivo. Se è importante dare una nuova routine ai nostri ragazzi, è altresì importante concluderla chiedendo sempre come stanno e come è andata la loro giornata. Tali domande li aiutano a rimettere ordine alla quotidianità e a riconoscere che quell’esperienza, seppur diversa, è pur sempre scuola.
E come insegnanti cosa possiamo fare? Alcuni spunti di riflessione..
- La DAD è stancante per gli alunni. Alternate spiegazioni a video, mappe mentali, schemi e immagini. La parola chiave è: solo l’essenziale.
- Prima la relazione: in questo periodo difficile privilegiare la relazione con gli alunni piuttosto che la prestazione. Chiedere come stanno, le loro emozioni, le loro difficoltà. Dedicare qualche momento a ricreare quel legame che c’era in presenza o crearne uno nuovo.
- No a troppi compiti a casa. Il tempo davanti al pc stanca molto i nostri giovani interlocutori. Anche se il tempo a volte stringe..dedicare un momento alla correzione dei compiti o a dare un feedback al lavoro svolto sostiene la motivazione.
- Sì al lavoro in gruppo..ricerche, lavori condivisi, presentazioni stimolano la relazione tra compagni anche a distanza.
- No ai richiami in pubblico. Dietro ad ogni schermo c’è un bambino o ragazzo che sta comunque vivendo un periodo pieno di difficoltà. Con un richiamo in presenza dei compagni (e dei genitori) potrebbe sentirsi in difficoltà. Meglio farlo privatamente.
- Semplificare. Semplificare tutto, non solo la didattica. Non richiedere l’utilizzo di mille app o supporti o materiali perché ciò potrebbe mettere in difficoltà la famiglia (che magari lavora e non può prestare molta attenzione ai figli) e il ragazzo stesso. Preferire l’uso dei libri in dotazione.