A cura del dott. Flavio Franceschi, psicologo e musicoterapeuta
La musica rappresenta un canale preferenziale molto efficace nella relazione, nello sviluppo comunicativo e nell’espressione delle proprie emozioni. Quando parliamo di musica, è fondamentale considerare i termini di suono, ritmo e movimento, e come questi concetti risuonino all’interno di ciascun individuo.
La percezione di ogni battito, prodotto su uno strumento, su un oggetto, sul proprio corpo, diventa suono.
La percezione di un battito, che nel tempo diventa strutturato e regolare, come il battito del cuore, fa nascere un ritmo.
La percezione di un suono, diventa ritmo e si realizza nell’esecuzione di un movimento spontaneo e naturale.
Questi tre elementi, uniti insieme da un processo, chiamato creatività, rappresentano il connubio perfetto di una crescita armonica del bambino. L’esplorazione di sé e dell’altro, la scoperta delle diverse sonorità, la manifestazione di esse attraverso il corpo, rappresentano la spinta ed il motore dello sviluppo del potenziale creativo del bambino.
A partire dalla scuola dell’infanzia, attraverso le varie forme del fare, del sentire e del pensare, dell’esprimere e del comunicare, si comincia ad investire e a promuovere l’educazione del bambino nella sua integralità; l’educazione è uno strumento che garantisce gradualmente ordine all’azione di ricerca del bambino, un ordine che presenta sia caratteristiche comuni ma soprattutto caratteristiche soggettive, ed è necessario per la conquista dell’autonomia e la costruzione dell’identità.
Attraverso lo sviluppo delle capacità percettive/sensoriali, motorie, linguistiche, intellettive e relazionali, i bambini imparano a far proprie tutte quelle informazioni e stimoli, provenienti dall’ambiente che li circonda, ed a utilizzarle nella comunicazione e nell’interazione con gli altri, siano essi coetanei o adulti, rielaborandole e interpretandole per una relazione positiva, basata sull’intuizione, sull’immaginazione e sulla creatività.
Proporre un laboratorio di musica significa avvicinare i bambini al ritmo ed alla musica attraverso l’esplorazione, l’utilizzo di strumenti musicali, la voce ed il corpo. Inoltre, attraverso il corpo i bambini possono sperimentare le diverse sonorità che scaturiscono dalla percussione di alcune parti di esso.
La musica è uno strumento flessibile che promuove il fare esperienza ed incoraggia il processo creativo, alimentando la gioia di esplorare e di vivere: permette la messa in gioco dei vissuti emotivi del bambino e predispone a occasioni inaspettate e paradossali creatrici di ironia e di humor. Anche gli errori diventano spesso uno spunto creativo e quindi un’occasione di apprendimento.
Il laboratorio di musica viene quindi vissuto come un’esperienza globale, che unisce corpo e mente, gesto e voce, individuo e gruppo, gioco ed impegno. Esso si inserisce all’interno di un contesto scolastico ed educativo; la musica, infatti, crea un ambiente in cui velocemente si sciolgono molte difficoltà relazionali ed emotive grazie alla profonda penetrazione e risonanza delle vibrazioni e dei ritmi nei vissuti arcaici dei bambini. Permette in modo divertente di coinvolgere attivamente i bambini in un allenamento alla coordinazione senso-motoria, alla relazione sociale, all’ascolto, all’attenzione e all’espressività personale.
Quali sono le aree di sviluppo in cui la musica si può inserire all’interno di un contesto educativo? In che modo la musica può aiutare il bambino nel suo percorso di crescita?
Uno degli obiettivi guida della scuola dell’infanzia è rappresentato dalla maturazione della propria identità personale. Rolando Benenzon, una delle massime autorità mondiali nel campo della musicoterapia, ha sviluppato il concetto di identità sonora, o ISO.
“L’ISO è l’insieme infinito di energie sonore, acustiche e di movimento che appartengono ad un individuo e lo caratterizzano”.
Perciò, se ogni individuo è unico e irripetibile in ogni suo aspetto, questo vale anche per il suo carattere sonoro. Ognuno di noi è contraddistinto da specifiche caratteristiche e peculiarità sonore; è come se le persone portassero con sé una vera e propria “impronta sonora.”
Il compito della musica, quindi, è quello di aiutare e sostenere il bambino nel processo che lo condurrà alla formazione della propria identità e cioè:
- Avere una maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo
- Esprimere liberamente se stessi e le proprie emozioni
- Conquistare una progressiva autonomia rispetto ai propri bisogni personali
- Esplorare, manipolare, sperimentare
- Non avere paura di essere giudicati
- Prestare attenzione a ciò che li circonda
- Sviluppare la creatività, il potenziale creativo
- Ascoltare, sentire, riconoscere
All’interno del processo di maturazione della propria identità, il bambino non “si scopre” solamente in base alla relazione con il mondo esterno, ma si identifica anche in ciò che è diverso da sé, cioè nella relazione con l’altro. Man mano che il bambino sviluppa una maggiore consapevolezza di sé, egli comincia a sperimentare la propria identità nella relazione con gli altri bambini, confrontandosi, discutendo, litigando e diventando complice di quelle che saranno le proprie azioni in relazione al mondo esterno.
La musica, perciò, dovrà accompagnare il bambino verso la scoperta del sé e dell’altro in un ottica di cooperazione, condivisione e rispetto, conducendolo a:
- Comunicare attraverso la musica
- Ascoltare
- Scoprire e rispettare le varie forme di diversità
- Avere e mantenere i propri tempi ed i propri spazi (rispettandoli)
- Sviluppare un senso di appartenenza ad un gruppo
- Suonare in gruppo e saper aspettare il proprio turno
- Collaborare, condividere, partecipare attivamente ad un progetto comune
La scuola dell’infanzia si propone come contesto di relazione, di cura e di apprendimento. Attraverso la consapevolezza di sé e la relazione con l’altro, il bambino sviluppa i suoi saperi, le sue conoscenze, le sue competenze.
Il compito della musica è quello di aiutare il bambino alla costruzione e allo sviluppo delle proprie caratteristiche, potenzialità e capacità, attraverso l’esplorazione, la ricerca, l’esperienza.
La musica rappresenta un canale preferenziale, non solo per lo sviluppo delle relazioni interpersonali e per il raggiungimento di una percezione di sé e della propria emotività più consapevole, ma anche per uno sviluppo dei processi cognitivi quali:
- Attenzione
- Memoria
- Percezione
- Linguaggio
- Coordinazione psicomotoria
- Intelligenza
Ogni bambino, perciò, diventa suono per sé stesso e per gli altri, in quanto la costruzione della propria identità personale genera la formazione di un suono unico ed irripetibile. Ogni suono, successivamente, si mescola e si relaziona con gli altri suoni che percepisce intorno a sé, diventando ritmo. Il ritmo, così generato da una serie di suoni unici ed irripetibili, si trasforma e si realizza nelle dinamiche relazionali del movimento e rappresenta la manifestazione espressiva di ogni singolo suono, favorendo così lo sviluppo di tutti quei processi cognitivi che contribuiscono al percorso di crescita e di maturazione di ogni bambino. (plasticità cerebrale).
Il suono, quindi, definisce ciò che siamo, cioè, quello che rappresenta la nostra identità; il ritmo è la relazione che si crea fra i diversi suoni generati dalle nostre identità; il movimento è l’espressione visibile di ciò che si genera quando i suoni si mettono in ascolto ed in relazione fra loro.
All’interno del laboratorio di musica non esiste UNA formula magica, ma esiste LA formula magica, che si crea ogniqualvolta vogliamo metterci in relazione con i bambini attraverso la musica.
All’interno del laboratorio di musica non esiste UNA formula perfetta, ma esiste LA formula che diventa perfetta solo se siamo in grado di metterci in ascolto ed accogliere ogni identità sonora che il bambino porta con sé all’interno del gruppo.
La proposta musicale non deve essere DA bambini, ma PER i bambini, cioè deve tenere conto di tutti gli aspetti psicologici, emotivi e pedagogici che possano permettere al bambino di trovare uno spazio accogliente, stimolante e rassicurante dove poter sperimentare, sviluppare e condividere la propria creatività.
Il bambino, cioè, deve essere libero di mostrare la propria sonorità, metterla in relazione con gli altri suoni, diventando insieme ad essi un ritmo e, poi, portare questo ritmo all’interno di un movimento coordinato e condiviso insieme ai suoni con cui è entrato in contatto. E questa rappresenta la crescita armonica che il bambino può sviluppare all’interno del laboratorio.
BIBLIOGRAFIA
- Schon, Akiva-Kabiri,Vecchi, Psicologia della Musica, Carocci Editore;
- Maria Pia Culicchia, Rosa Alba Gambino, Corporeità e gioco in Pedagogia musicale e in Musicoterapia, Circolo Virtuoso Edizioni;
- A.Apostoli, E.E. Gordon, Ascolta con lui, canta per lui, Edizioni Curci;
- ● Renzo Vianello, Psicologia dello Sviluppo, Edizioni Junior;